Si sente tanto parlare di INCI, ma sappiamo veramente cos’è e cosa implica? Cominciamo con il nome, che in realtà è un acronimo che sta per: International Nomenclature of Cosmetic Ingredients. L’INCI è l’inventario europeo degli ingredienti cosmetici pubblicato per la prima volta sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee nel giugno 1996, e rappresenta l’elenco più completo degli ingredienti comunemente usati nell’industria cosmetica, aggiornato costantemente dalla Commissione Europea.

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Come si leggono gli INCI

Cos’è un “prodotto cosmetico” e quali sono gli “ingredienti cosmetici”

I prodotti cosmetici sono definiti tali dal Regolamento (CE) n. 1223/2009 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 novembre 2009 come “qualsiasi sostanza o miscela destinata ad essere applicata sulle superfici esterne del corpo umano […] oppure sui denti e sulle mucose della bocca allo scopo esclusivamente o prevalentemente di pulirli, profumarli, modificarne l’aspetto, proteggerli, mantenerli in buono stato o correggere gli odori corporei”.

Chi l’avrebbe mai detto che dentifrici e deodoranti fossero definiti cosmetici?

Ma veniamo agli ingredienti cosmetici, che sono definiti come “ogni sostanza chimica o preparazione di origine sintetica o naturale […] che rientri nella composizione dei prodotti cosmetici”.

L’importanza dell’etichetta

Su ogni prodotto finito, come da Regolamento deve essere sempre ben visibile l’etichetta, la quale deve rispondere a sua volta ad una serie di norme: per esempio non devono apparire né sotto forma di testo né sotto forma di immagini messaggi che attribuiscano ai prodotti cosmetici caratteristiche non previste dal Regolamento. Le etichette devono quindi essere veritiere e non trarre in inganno il consumatore, evitando il marketing scorretto (vedi ad esempio la dicitura “non testato sugli animali” e l’articolo scritto qui).

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Un altro elemento fondamentale dell’etichetta è la scadenza, che indica la durata minima del prodotto integro, quindi ancora chiuso, oppure, nel caso questa fosse superiore ai 30 mesi, dev’essere indicato il PAO (period after opening), ovvero il tempo massimo di vita del prodotto una volta aperta la confezione, che trovate indicato numericamente in mesi attorno o dentro all’immagine del vasetto aperto.

 

Le caratteristiche vere e proprie dell’INCI

Innanzitutto non sono considerati ingredienti le impurezze, le sostanze tecniche secondarie utilizzate nella miscela che non compaiono nel prodotto finito e le sostanze usate come solventi o vettori: pertanto tutti questi elementi non dovranno comparire in etichetta.

L’art. 19 del Regolamento, inoltre, ci dice che:

  • l’elenco degli ingredienti deve essere preceduto da “Ingredients”;
  • gli ingredienti devono essere indicati in ordine decrescente di peso, dall’ingrediente più presente fino a quello meno presente;
  • quando la concentrazione degli ingredienti scende sotto l’1%, questi possono comparire in ordine sparso, senza pertanto seguire l’ordine di concentrazione.

L’ultimo punto è facilmente comprensibile, però non ci dà assolutamente l’idea di quali siano gli ingredienti la cui concentrazione non arriva all’1%, rendendo di fatto impossibile (a meno di ingredienti con limitazioni di concentrazione) sapere dove comincino gli ingredienti meno presenti.

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Le limitazioni di concentrazione riguardano ad esempio gli allergeni, che la SCCP (Scientific Committee on Consumer Products) ha individuato in 26 ingredienti, i quali possono avere le seguenti concentrazioni massime:

  • 0,01% nei prodotti rinse off (a risciacquo);
  • 0,001% nei prodotti leave on (che rimangono sulla pelle).

In ultimo parliamo degli estratti vegetali, i quali, se non hanno subito modificazioni chimiche, sono identificati dal nome botanico in latino seguito dal tipo di derivato (quindi estratto, olio o burro, il famoso “Butyrospermum”), e dalla parte di pianta utilizzata, come ad esempio foglie, radici o fiore.

Ad esempio Citrus Aurantium Amara Flower Extract indica l’estratto da fiori di arancio amaro.

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Ed eccoci giunti alla fine di un’infarinatura generale, un primo passo verso questo ricco e affascinante mondo.

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N.B. Per aiutarmi a riassumere e sintetizzare i concetti ho utilizzato il libro Come sono fatti i cosmetici di G. Penazzi, un volume ben fatto che mi ha permesso di cominciare a studiare approfonditamente l’argomento.

 

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Giulia Raffaele

Milanese dal 1987, sono un'amante del make-up e una professionista della skincare. Mi occupo della cura e della bellezza della pelle per vocazione, per hobby e per lavoro. La soddisfazione più grande: vedere le clienti che tornano da me soddisfatte dei miei consigli su misura. Dopo la laurea in Scienze Biologiche ed un lavoro sbagliato, approdo nel mondo del Beauty. Ho seguito corsi e academy di dermocosmesi per diversi anni fino ad arrivare al Master in Scienze Cosmetiche a Milano. Parallelamente compro compulsivamente palette, rossetti e mascara e adoro il make-up in tutte le sue forme. Amo: i gatti, il viola (sempre e comunque), la pizza e il profumo dello zafferano. Odio: gli insetti, chi non sfuma gli ombretti, l'arroganza e la maleducazione. Segni particolari: il sorriso che mi sorge spontaneo sulle labbra quando parlo di skincare... E di gatti!

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