Ormai l’estate è arrivata e tutti noi non vediamo l’ora di uscire di casa con le valigie in mano, diretti in qualche splendido posto che, da bravi italiani, possa permetterci di passare intere giornate al mare, sotto il sole.
Tuttavia ci sono alcune precauzioni che è bene prendere prima, durante e dopo l’esposizione solare, per evitare che le radiazioni solari a cui siamo sottoposti, invece di trasformarsi in un bel colorito, diventino ustioni o future fonti di brutti mali, quali melanomi o altri tumori della pelle.
Ecco quindi la guida all’acquisto del solare più adatto a voi, con la risposta alla domanda: quale SPF è più adatto a me? Vediamo insieme cosa significa SPF e come scegliere.
I diversi fototipi
Il colore della pelle dipende da diversi fattori, primo tra questi la presenza più o meno massiva del pigmento chiamato melanina. Questo si divide in eumelanina (responsabile dei capelli di colore grigio, nero, giallo e marrone e tipico delle persone con pelle scura) e feomelanina (un pigmento rosso che conferisce un sottotono che va dal rosa al rosso e che quindi si trova in grandi quantità in particolare in soggetti dai capelli rossi).
La quantità e la tipologia di melanina presente sulla pelle determina il fototipo, che indica le reazioni prevedibili della pelle dopo l’esposizione al sole e alle sue radiazioni. Ne sono stati individuati sei, ognuno con colori di pelle, occhi e capelli caratteristici.
Nella tabella sono indicati i vari fototipi dal I, tipico degli scozzesi, con pelle diafana, capelli rossi e molte lentiggini, al VI, caratteristico delle pelli nere di origine africana. Queste ultime, grazie all’elevata presenza di pigmenti hanno una MED (“Minima Dose Eritematogena”, ovvero la dose minima di radiazioni che provoca eritema) da 10 a 30 volte superiore rispetto alle pelli caucasiche. Nella tabella possiamo anche vedere la tipologia di protezione più adatta ad ogni carnagione.
Andiamo ora a vedere cosa comporta esattamente la dicitura “protezione molto alta, alta, media e bassa“.
SPF: impariamo a leggere l’etichetta
Ormai tutti abbiamo imparato ad associare alla voce “SPF” un prodotto solare e il suo grado di protezione. Tuttavia sono in pochi a conoscerne il reale significato.
L’acronimo sta a significare “Sunburn Protection Factor”, ovvero “fattore di protezione solare”; negli anni la sua definizione è stata modificata varie volte fino ad arrivare a quella attuale, attraverso prove in vivo per determinare quanto una pelle esposta alle radiazioni risulti danneggiata rispetto ad una pelle sana non esposta.
In generale l’SPF individuale è dato dal rapporto tra la MED (la dose minima di radiazioni che provoca eritema) della cute protetta e la MED della cute esposta senza protezione. Quindi ad esempio un SPF 30 dovrebbe portare all’eritema con una dose di esposizione 30 volte più alta rispetto a quella prevista in assenza di protezione. Approssimativamente possiamo calcolare la quantità di radiazione filtrata dal prodotto: un SPF 50 lascerebbe passare non più di un 1/50 della radiazione solare ovvero il 2%, fermandone il 98%. Allo stesso modo un SPF 30 lascerebbe passare non più di un 1/30 (ovvero il 3,3%), fermandone poco meno del 97%. Da questo calcolo nasce il grafico sottostante.
Dal grafico possiamo facilmente ricavare la quantità di raggi UV filtrati dal nostro solare (o se preferite la protezione effettiva del prodotto) rispetto al suo SPF. Ad esempio vediamo come un SPF 6 protegga dall’83% delle radiazioni, un SPF 20 dal 95% e così via. Come si può notare, la curva è di tipo logaritmico: ciò significa che non si raggiunge mai il 100% di protezione, è matematicamente impossibile. La “protezione totale” infatti esiste solo nel magico mondo del marketing. Nessun prodotto solare è in grado di filtrare tutte le radiazioni, nemmeno un SPF50+.
Ecco un altro aspetto da considerare quando si acquista un prodotto con filtri solari.
Se un SPF 30 filtra quasi il 97% delle radiazioni e un SPF 50 il 98%, si vede chiaramente che la differenza è solo dell’1%. Tuttavia, per poter arrivare a questa cifra, un solare con SPF 50 possiede all’interno della formula circa il 20-25% in più di molecole filtro, pesanti ed occlusive sulla pelle. Inoltre questi filtri pesanti impediscono la fisiologia produzione di Vitamina D, essenziale per il corretto sviluppo e sostegno delle ossa. Studi hanno dimostrato che spesso gli individui abitanti nella fascia nord europea hanno carenza di vitamina D.Da ciò possiamo concludere che è molto meglio applicare correttamente e frequentemente (nella giusta quantità, ogni due ore e dopo ogni lavaggio) un prodotto solare con SPF30, lasciando le cosiddette “protezioni totali” a chi ha avuto problemi con melanomi o altri tipi di tumori, cicatrici o patologie della pelle.
Credits per l’immagine in evidenza: weheartit.com